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martedì 21 ottobre 2014

La parola prende il mio Maestro. Omaggio a LLV

Mi fa sempre paura quando qualcuno dice :passo la parola, cioè passo quella cosa intermedia fra terra e cielo, cioè tra il mondo degli oggetti sensibili e il mondo degli oggetti intelligibili, che ha prodotto l’umanità dell’uomo sulla terra. L’uomo è uomo perché ha l’uso della parola, o di questo tipo di parola, la parola che si manifesta in logos, l’intelligibile. E’ con la parola che si edifica il bene e si costruisce il male. Io adesso dovrei prendere la parola, ma è molto più come se la parola prendesse me e si servisse di me, è come se io fossi la parola della parola, è come se il mio corpo, il corpo di Luigi Lombardi ex bambino, fosse parola della parola. Sono molto impressionato e devo dire che sempre più spesso, quando comincio a parlare, io non riesco a parlare dell’argomento di cui dovrei parlare, e parlo del fatto che tra esseri viventi accade la parola. Non riesco a non inciampare sulla soglia, nella meraviglia per questo accadimento. Vedo che in me (ma questo in è assolutamente non spaziale) c’è una scaturigine di pensiero del tutto irrappresentabile. Questa scaturigine di pensiero si serve di una macchina infinitamente sofisticata che è il cervello, quel piccolo cavolfiore di carne speciale che sta in cima al mio cranio, al vertice di una specie di manico di ombrello molto articolato che è la colonna vertebrale, e io vedo in questo momento tutti voi ai raggi X, come colonne vertebrali che sorreggono queste custodie di cervelli, e vedo quindi i concetti che si formano nella scaturigine irrappresentabile, dove sono coscienti. La scaturigine dice al cervello quello che ha da dire, il cervello traduce l’intelligibile in cervellese, cioè in algoritmi altamente sofisticati che, attraverso nervi, raggiungono l’apparato della fonazione, in particolare la mia lingua e le mie corde vocali; e il pensiero, attraverso messaggi che nulla hanno a che fare col pensiero (perché sono bioelettrici), mette in moto muscoli, che nulla hanno a che fare col pensiero, e questi muscoli muovono la lingua a far muovere l’aria in un modo sofisticatissimo, e questo linguaggio articolato, fatto di suoni fisici registrabili e registrati, impinge su dei timpani, cioè su delle cose che vibrano meccanicamente nella vostra cellula (frutto della evoluzione della specie e dell’evoluzione dalla cellula all’uomo: ciascuno di voi è la storia di una cellula), essi sono incredibilmente sensibili, e i fenomeni meccanici di questo timpano vengono decodificati da apparecchi sensibilissimi che li trasformano da meccanici in biochimici e bioelettrici, percorrono nervi ottici ai quali quella cellula che ha prodotto il corpo umano ha riservato canali nell’osso, raggiungono zone dei vostri cervelli dove  avvengono fenomeni puramente fisici (cioè arrivano messaggi bioelettrici che nulla hanno a che vedere con i concetti coscienti), e voi capite la parola. Ecco, io non riesco a non inciampare su questo. Se questo avviene, e se lo capiamo fino in fondo, dobbiamo ripercorrere tutta la strada dell’evoluzione, dai nostri antenati del Lago Turkana, del Sud Africa, della Rift Valley, questi babbuini che camminavano su due zampe, e dobbiamo renderci conto che sta succedendo qualcosa di inaudito, forse riservato al nostro pianeta, forse riservato proprio a questa Terra. Noi stiamo mettendo in contatto la materia, antica centinaia di milioni di anni (cioè centinaia di migliaia di millenni: l’uomo ha centinaia di migliaia di millenni di età: quindi, se voi togliete l’era cristiana a centomila millenni, ve ne rimangono 999.998, di millenni; e l’uomo è più antico di così, è antico due o tre volte questo)…siamo immersi nell’inesplicabile presente, nel mistero indubitabile, e ciechi al mistero indubitabile, e io con la mia mente, con la mia scaturigine invisibile, con il mio cervello, con il mio apparato della fonazione (e un pochino anche con il mio “coraggio”, perché dire queste cose in pubblico richiede un minimo di spudoratezza), io suscito in voi degli intelligibili, che sono fisicamente equivalenti ai fenomeni bioelettrici dei vostri neuroni. Questo sta succedendo su questo pianeta. Allora, è talmente più stupefacente l’evento rispetto ai contenuti, che per me passare ai contenuti è sempre una violenza. Io vorrei rimanere sempre assorbito sulla soglia, nella contemplazione dell’evento. Questo evento che non sarebbe possibile se non fossimo nelle vicinanze della stella Sole, se la Terra  non fosse opportunamente riscaldata, se l’acqua non fosse prevalentemente liquida; perché il primordiale è infinitamente gelido, è vicino allo zero assoluto. E se, dopo il medioevo cosmico (cioè dopo il periodo di sole polveri) non ci fossero stati quegli agglutinamenti, simili a quando si formano i grumi di polvere in casa (se volete assistere alla cosmogenesi dovete osservare cosa succede alla polvere sotto i letti quando non si passa la scopa: la polvere diventa un addensato che è esattamente uguale a quello che ci mostrano le fotografie astronomiche delle nebulose dove si formano le stelle. C’è stato tutto in periodo in cui tutto l’Universo era buio è fatto tutto di polveri, e se le polveri non si fossero condensate fino a pressioni che hanno acceso le stelle la luce non sarebbe stata, e senza la luce e il calore il mondo sarebbe un’estensione di ghiaccio infinita, dove i corpi diventerebbero vitrei e fragili. Noi possiamo parlare perché c’è il sole, perché siamo in zone riscaldate opportunamente (non fino a bruciare) dal sole.

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