Mi fa sempre paura quando qualcuno dice :passo la parola,
cioè passo quella cosa intermedia fra terra e cielo, cioè tra il mondo degli
oggetti sensibili e il mondo degli oggetti intelligibili, che ha prodotto
l’umanità dell’uomo sulla terra. L’uomo è uomo perché ha l’uso della parola, o
di questo tipo di parola, la parola che si manifesta in logos,
l’intelligibile. E’ con la parola che si edifica il bene e si costruisce il
male. Io adesso dovrei prendere la parola, ma è molto più come se la
parola prendesse me e si servisse di me, è come se io fossi la parola della
parola, è come se il mio corpo, il corpo di Luigi Lombardi ex bambino, fosse
parola della parola. Sono molto impressionato e devo dire che sempre più
spesso, quando comincio a parlare, io non riesco a parlare dell’argomento di
cui dovrei parlare, e parlo del fatto che tra esseri viventi accade la parola.
Non riesco a non inciampare sulla soglia, nella meraviglia per questo
accadimento. Vedo che in me (ma questo in è assolutamente non
spaziale) c’è una scaturigine di pensiero del tutto irrappresentabile. Questa
scaturigine di pensiero si serve di una macchina infinitamente sofisticata che
è il cervello, quel piccolo cavolfiore di carne speciale che sta in cima al mio
cranio, al vertice di una specie di manico di ombrello molto articolato che è
la colonna vertebrale, e io vedo in questo momento tutti voi ai raggi X,
come colonne vertebrali che sorreggono queste custodie di cervelli, e vedo
quindi i concetti che si formano nella scaturigine irrappresentabile, dove sono
coscienti. La scaturigine dice al cervello quello che ha da dire, il cervello
traduce l’intelligibile in cervellese, cioè in algoritmi altamente
sofisticati che, attraverso nervi, raggiungono l’apparato della fonazione, in
particolare la mia lingua e le mie corde vocali; e il pensiero, attraverso
messaggi che nulla hanno a che fare col pensiero (perché sono bioelettrici),
mette in moto muscoli, che nulla hanno a che fare col pensiero, e questi
muscoli muovono la lingua a far muovere l’aria in un modo sofisticatissimo, e
questo linguaggio articolato, fatto di suoni fisici registrabili e registrati,
impinge su dei timpani, cioè su delle cose che vibrano meccanicamente nella
vostra cellula (frutto della evoluzione della specie e dell’evoluzione dalla
cellula all’uomo: ciascuno di voi è la storia di una cellula), essi sono
incredibilmente sensibili, e i fenomeni meccanici di questo timpano vengono
decodificati da apparecchi sensibilissimi che li trasformano da meccanici in
biochimici e bioelettrici, percorrono nervi ottici ai quali quella cellula che
ha prodotto il corpo umano ha riservato canali nell’osso, raggiungono zone dei
vostri cervelli dove avvengono fenomeni
puramente fisici (cioè arrivano messaggi bioelettrici che nulla hanno a che
vedere con i concetti coscienti), e voi capite la parola. Ecco, io non
riesco a non inciampare su questo. Se questo avviene, e se lo capiamo fino in
fondo, dobbiamo ripercorrere tutta la strada dell’evoluzione, dai nostri
antenati del Lago Turkana, del Sud Africa, della Rift Valley, questi babbuini
che camminavano su due zampe, e dobbiamo renderci conto che sta succedendo
qualcosa di inaudito, forse riservato al nostro pianeta, forse riservato
proprio a questa Terra. Noi stiamo mettendo in contatto la materia, antica
centinaia di milioni di anni (cioè centinaia di migliaia di millenni: l’uomo ha
centinaia di migliaia di millenni di età: quindi, se voi togliete l’era
cristiana a centomila millenni, ve ne rimangono 999.998, di millenni; e l’uomo
è più antico di così, è antico due o tre volte questo)…siamo immersi
nell’inesplicabile presente, nel mistero indubitabile, e ciechi al mistero
indubitabile, e io con la mia mente, con la mia scaturigine invisibile, con il
mio cervello, con il mio apparato della fonazione (e un pochino anche con il
mio “coraggio”, perché dire queste cose in pubblico richiede un minimo di
spudoratezza), io suscito in voi degli intelligibili, che sono fisicamente
equivalenti ai fenomeni bioelettrici dei vostri neuroni. Questo sta succedendo
su questo pianeta. Allora, è talmente più stupefacente l’evento rispetto
ai contenuti, che per me passare ai contenuti è sempre una violenza. Io
vorrei rimanere sempre assorbito sulla soglia, nella contemplazione
dell’evento. Questo evento che non sarebbe possibile se non fossimo nelle
vicinanze della stella Sole, se la Terra
non fosse opportunamente riscaldata, se l’acqua non fosse
prevalentemente liquida; perché il primordiale è infinitamente gelido, è
vicino allo zero assoluto. E se, dopo il medioevo cosmico (cioè dopo il periodo
di sole polveri) non ci fossero stati quegli agglutinamenti, simili a quando si
formano i grumi di polvere in casa (se volete assistere alla cosmogenesi dovete
osservare cosa succede alla polvere sotto i letti quando non si passa la scopa:
la polvere diventa un addensato che è esattamente uguale a quello che ci
mostrano le fotografie astronomiche delle nebulose dove si formano le stelle.
C’è stato tutto in periodo in cui tutto l’Universo era buio è fatto tutto di
polveri, e se le polveri non si fossero condensate fino a pressioni che hanno
acceso le stelle la luce non sarebbe stata, e senza la luce e il calore il
mondo sarebbe un’estensione di ghiaccio infinita, dove i corpi diventerebbero
vitrei e fragili. Noi possiamo parlare perché c’è il sole, perché siamo in zone
riscaldate opportunamente (non fino a bruciare) dal sole.
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